o sono lapidaria.

Sono sempre la stessa, non cambio mai. E, da sola, sono amabilmente indipendente e sempre innamorata di me stessa, come il primo giorno. Forse è questo il motivo per cui non troverò mai un’altra persona capace di darmi più amore di quanto non mi possa già dare io e di scalzare la posizione di colei che mi completa. Me stessa, appunto.

C’è che mi avventuro in tante cose, con coraggio e un’apparente ingenuità che spiazza tutti. Un’ingenuità che spaventa tanto chi mi ama.

Ho sempre agito per conto mio, senza chiedere consiglio e, quando ho poi raccontato le cose dopo che sono proseguite e finite sempre a mio piacimento, mi è sempre stato detto che sono forte, che ho carattere, che sono una roccia.

E’ ovvio che, a cose fatte, è semplice sparare una semplice sentenza e raccontare tutto come se fosse stato sempre premeditato e architettato al meglio ma mentre vivo le mie esperienze attraverso anche le fasi poco decise, quelle in cui sembro incerta sul da farsi, in cui ovviamente sono più fragile… perché ancora non so come andrà a finire, ma attualmente mi capita –  in quei momenti – di sentirmi più fiduciosa di prima: conoscendomi ho la certezza che troverò il modo migliore per “uscirne” a modo mio, con soddisfazione. Appagata e soddisfatta.

Ed è successo questo anche stavolta.

Sapevo, dentro di me, che avrei chiuso io la porta. Sapevo che forse non sarebbe stata una vendetta davvero gustosa e cattiva come avrei desiderato nel profondo, ma non c’era vero bisogno di accanimento. In questa situazione, onestamente, solo la mia personale rabbia poteva farmi desiderare di distruggerlo ma non c’erano i motivi reali per farlo, neanche i presupposti e il contesto.

E comunque mi va benissimo, perché ho messo io il punto. E l’ho fatto con la mia tipica eleganza.

Odio strepitare e fare scenate, soprattutto quando non ci sono nemmeno i presupporti per farlo.

Ma se ho comunque ragione, ho diritto pieno di far valere le mie idee e qualcuno che non ha la mia stessa razionalità e logica non può vincere contro questo.

Non che sia nata con la ragione in tasca, ma c’è stato un momento di svolta nella mia vita in cui ho assaporato la sensazione della vendetta. La vendetta spontanea, quella che tutti chiamiamo “la ruota che gira per tutti”, la vita che – dopo averti preso per culo a lungo – si ritorce contro chi ha riso per troppo tempo alle tue spalle.

Ed è nato tutto talmente spontaneo che ho maturato una fiducia smisurata verso questo processo automatico e naturale delle cose. Ride bene chi ride ultimo, recita un detto, perfetto per rendere l’idea che ho appena esposto.

Sono stata sempre il brutto anatroccolo e mi sono lasciata divorare dalla convinzione che non sarebbe mai cambiato niente, poi quando sono diventata un cigno ho assaporato il cambiamento del volto degli altri, lo sguardo diverso da parte degli uomini affascinati e la finta compagnia delle donne che non avevano mai considerato potessi nascondere tanto splendore dietro quell’acerba imperfezione.

E oggi non c’è un singolo essere umano che mi distoglie dall’idea che sono giusta come sono. Che tutti siamo perfetti, per noi stessi e per chi ci ama, senza avere bisogno di piegarci e umiliarci per sentirci in diritto di stare vicino a qualcuno o di ricevere il suo amore.

Non ci sono requisiti particolari perché qualcuno meriti di essere trattato con rispetto. Il rispetto è un dovere nei confronti degli altri, anche quando noi non ci rispettiamo per primi, gli estranei non sono comunque giustificati a non comportarsi bene con noi.

Non c’è motivo accettabile per cui qualcuno possa provare a farci sentire inferiori o insicuri.

E’ il male. E’ sbagliato.

E io combatto ogni volta questo processo.

E, anche stavolta, ho raggiunto il mio scopo. Ho chiuso, ho dato la mia spiegazione pacifica ed estremamente chiara e limpida. A chi non è stato trasparente con me, e già – solo per questo – sono su un gradino più alto. Una spiegazione che non ammette molte repliche. Anzi, in realtà sì, ma l’interlocutore – in questo specifico caso – non ce la può fare proprio :D

Ho chiuso io nonostante sia stato lui a tenere le porte chiuse. Fintamente chiuse, in realtà. Perché il suo non darmi una strada illuminata da percorrere – una risposta chiara – era solo un tentativo di avermi sempre in bilico tra il Sì e il No. Presupposto che, alla lunga, mi stanca, mi annoia e – non ultimo – mi offende profondamente.

Io, che concedo il lusso di essere sempre trasparente e disponibile, esigo lo stesso lusso. Chi non me lo da mi perde. Chi pensa di poter tirare la corda a lungo, sottovaluta il mio amor proprio.

E si scontra con il mio substrato.

Lascio fare e lascio pensare agli altri che io sia una stupidina.

Avete mai provato a lasciar credere a qualcuno che ci stia intortando? Che ci sta fregando bene bene e invece noi siamo lì, desti, che ci chiediamo “ma pensa davvero che me la sta facendo alle spalle senza che me ne accorga?!”. Io mi sorprendo di quanto le persone sottovalutino le altre, così tanto spesso…

Io faccio sempre così. Mi viene naturale. Sto buona in un angolo e colleziono elementi per poter reagire quando meno te lo aspetti. Soprattutto quando sei abbastanza convinto che io non potrei mai ribellarmi, ormai, dato che ho dimostrato di sopportare…

E’ il mio momento, quello.

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