Adesso facciamo sul serio!
Vi eravate accortə che Lo confesso: sono diventata Choosy è riniziato?
Oltre ad una sezione che raggruppa graficamente tutto ciò che lə riguarda, ora c’è anche una categoria che raccoglie tutti i post singoli. Però non mi riferivo a questo, con quel “facciamo sul serio”.
Mi sono iscritta ad un corso per produrre e scrivere podcast in modo professionale che prevede inizialmente lo studio su alcuni libri di testo e l’ascolto, ovviamente, di podcast che rappresentano pietre miliari nei diversi generi.
Ho fatto una primissima cernita tra i titoli consigliati e, al momento, sono ritornata su Gli Slegati, di Chiara Gamberale. Quando ho iniziato il mio progetto, verso la fine dell’estate scorsa, avevo appena finito di ascoltare Proprio a me, di Selvaggia Lucarelli.
Mi ricordo che il pensiero di raccontare una storia personale – allo scopo di far sentire meno sole persone che, oltre al tunnel, vivono anche il senso di colpa di essere cascati in una rete come degli stupidi – fu il click che mi fece pensare che la mia storia avrebbe potuto funzionare.
Spotify mi consigliò poi – sempre targato Chora Media – anche Gli Slegati, di Chiara Gamberale.
E qui, viene il bello…
È la seconda volta che un prodotto d’intrattenimento (non parliamo di quante volte ho abbandonato libri e film che in prima battuta mi hanno annoiata e poi me ne sono innamorata. Qualcuno ha detto Piccolo Principe?) mi lascia perplessa e prima di riavvicinarmi temo di non apprezzare ancora, fino a buttarmi e scoprire che è proprio il momento perfetto per me.
Perché Gli Slegati, adesso, mi ha presa?
Sarebbe meglio partire dal perché, prima, ascoltarlo mi triggerasse tanto.
Avevo appena iniziato una relazione verso cui proiettavo aspettative fiabesche, il fatto che lui mi avesse consigliato un podcast in cui si parla di alternative alla classica relazione di coppia mi lasciava perplessa.
Voleva forse cambiare qualcosa? Non era davvero innamorato di me, che invece non potevo immaginare nulla che differisse dal “due cuori e una capanna”?
Sì, mi dava un fastidio bestia ascoltare testimonianze di persone che parlano delle loro vite e relazioni non canoniche.
Io, in quel momento, ero a disagio con soluzioni sentimentali alternative a quelle classiche in cui il romanticismo comanda tutto.
Ora che la mia situazione sentimentale è cambiata – spoiler: siamo ancora sì, ma slegati – il mio paradigma è cambiato e, riprendendo ad ascoltare Chiara, ho provato meno disagio nell’indagine sulle relazioni tra persone che si vogliono bene e vivono una relazione fuori da abitudini ed etichette standardizzatə.
Il problema è sempre lo stesso: ci sono momenti in cui siamo pronti ad esplorare paure e disponibili ad affrontare un argomento dentro noi stessi e altri in cui non riusciamo a sopportare la minima proiezione di qualcosa che il nostro inconscio scaccia, perché impauriti di perdere qualcosa.
Cosa temevo di perdere, accettando di ascoltare le storie degli Slegati?
Temevo significasse accontentarmi. Accontentarmi che lui avesse solo la parte più divertente di me e, soprattutto, di dover rinunciare ad averlo come appoggio per la mia versione più impegnativa.
Mi ha dovuto dimostrare che non volesse solo il comodo per farmi ricredere.
Mi vuole bene e vuole bene anche a se stesso, anche dichiarando di voler cambiare qualcosa nell’assetto della nostra relazione.
Perché gli Slegati sono più legati di chi condivide una casa, i conti e le paturnie quotidiane.
Gli Slegati possono essere amici fraterni che si appoggiano nei momenti bui, o sono amanti che non sanno lasciarsi andare.
Qualche giorno fa, mentre pensavo alla nostra storia-non-storia, mi è venuto in mente un uomo con cui avevo iniziato una conoscenza. Tempo fa, forse, avrei ripreso le comunicazioni per affermare a me stessa che non sono ancorata ad una persona che non vuole con me una relazione vincolante.
Invece non gli ho scritto.
Perché spero ancora che le cose si evolvano secondo la mia immagine iniziale?
In realtà no, proprio questa forma di legati Slegati è quella che più mi rassicura.
Amo stare da sola e scrivere fino a tarda notte, mangiare quando ho finito di fare le mie cose, avere lo spazio dove nessuno mette le mani e mi piace anche che ci sia qualcuno che aspetta il mio messaggio o dal quale aspettarlo. La mia difficoltà di spiegarlo al mondo, mi ha convinta di dover accettare le forme più conosciute di relazione ma oggi che mi trovo d’accordo con qualcuno, sarei davvero pronta a conoscere una persona nuova, potenzialmente interessante, con la quale riaffrontare magia/crollo/assestamento?
Perché dopo l’innamoramento è fisiologico cacciare la coltre di magia e andare nel profondo, dove ci sono ferite e traumi, dove ci sono i confini che vanno tracciati, raccontati, fatti esplorare.
Non lo so.
Comunque le storie di Chiara, oggi, mi hanno trovata.
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