Sto leggendo il libro di Vladimir NabokovLolita, in questi giorni e – contestualmente – ho deciso di guardare le due versione cinematografiche, una del 1997 e l’altra del 1962.

Arrivata a poco prima della metà del libro, ho guardato la pellicola del 1997 – già vista anni fa – e, forse, continuerò la lettura, prima di decidere di vedere anche il primo film tratto dal romanzo.

L’edizione del ’97 l’avevo già vista, appunto, ed ero sicura che l’avrei apprezzata, se non altro perché un prodotto familiare, già incontrato nella mia vita…

Questo per dire che, come al solito, i ricordi sono sempre migliori di quello che ci ritroviamo davanti quando rivanghiamo qualcosa… come un film o un libro incontrati in un periodo lontano della nostra vita.

Questo film, ad esempio. Non so perché me lo ricordassi migliore, meno pretestuoso. Invece no.

Non che sia una brutta storia, priva di significati. Ma la vera importanza di ciò che viene raccontato sta tutta dietro allo scandalo che portò con se il libro, all’epoca della pubblicazione.

Abbiamo a che fare con una ragazzina di tredici anni maturata sessualmente in fase assai precoce, avvenente e cosciente di esserlo, che – incontrato l’uomo che diventerà il nuovo marito di sua madre, il prof. Humbert – instaurerà con lui una relazione morbosa e incestuosa.

Humbert, dal canto suo, perdutamente affascinato dalla ragazzina, è debole e inerme davanti a lei e al potere seduttivo che l’adolescente gli suscita. Non c’è violenza o forzatura, Humbert non è un pedofilo perverso, nel suo strampalato modo, è innamorato di Lolita la quale, invece, utilizza il fascino che suscita sul prof. Humbert come arma per manipolarlo, pur essendo – di fatto – prigioniera del viaggio che conduce con lui in lungo e largo con la sua macchina e poche valigie.

Non credo ci sia tanto da dire su questo film se non che è irreale.

A differenza di quanto non si possa pensare, è una storia che non credo possa trovare molto riscontro nella realtà.

Non nel particolare, parlo dei tratti generali del racconto.

Io dico: “A me sembra una storia irreale”. Risposta: “Oddio, un comportamento non molto diverso da donne anche più mature quando si accorgono di essere desiderate”.

Appunto. Quando si accorgono di essere desiderate, non quando conducono un gioco di sesso con un uomo. In quello, l’uomo vince sempre.

La mia risposta è stata, infatti: “Solitamente, nella realtà, la donna che si fa prendere tanto dal gioco ci casca pure. Essere desiderate è qualcosa che dura, nella maggior parte dei casi , finché ce la tiriamo. Dopo che si cede, l’uomo cambia sempre. Ha ottenuto quello che prima era teoricamente irraggiungibile, pur rimanendo vicini, l’uomo normalizza il suo atteggiamento, diventa più sicuro. Parallelamente la donna avverte la cosa e la situazione si sbilancia da lì in poi. Il fatto non è essere desiderati, tutto ruota attorno al sesso. Finché non è compiuto, è arma a favore della donna. Dal momento che è consumato, passa in mano all’uomo”.

Ditemi che non è vero adesso.

Non escludo, come dice il mio interlocutore, che la donna che avverte di avere una certa influenza su qualcuno ci gioca sopra e sfrutta la cosa a proprio favore, ma tutto questo sbilanciamento – se così si può ritenere – dura sinché la donna non cede.

Nel film, Lolita si abbandona anche sessualmente ad Humbert, eppure è sempre lei a condurre il gioco, comunque, come farebbe solo un uomo, nella realtà.

Ogni uomo che aneli il corpo di una donna, pur volendole bene, pur essendo attratto dal suo fisico e dalla sua personalità, ha un determinato atteggiamento nella fase precedente all’incontro sessuale.

E’ un atteggiamento con spiragli di mascherata insicurezza, ha attenzioni particolari, la sua presenza cerca di essere completa, i suoi modi meno confidenziali. Ogni movimento è atto a non usurpare una posizione non violabile, ogni parola è pesata, quanto più è alta l’attrazione, più sarà oculata la ricerca della perfezione nell’atteggiamento da mantenere con la donna con cui si ha a che fare.

Ma il sesso, l’amore fisico, è un atto che cambia la prospettiva.

Non lo ritengo l’obbiettivo finale dell’uomo, ma sono realisticamente convinta che sia sicuramente un’importante tappa della ricerca di avvicinamento di un uomo ad una donna.

Sia chiaro, sto escludendo quell’uomo che avvicina una donna e mostra il suo lato migliore solo finché lei non si concede, per poi sparire nel nulla nel giro di poco tempo e alcune ridicole scuse.

In questo momento parlo di un semplice uomo attratto, anche innamorato, ammirato e affascinato da una donna che corteggia e – per come vanno normalmente le cose – man mano che il tempo procede e il rapporto si consolida di più, la magia dell’inseguimento svanisce quanto più ci si avvicina, per trovare il punto di svolta focale nella precisa fase in cui si consuma l’atto sessuale e, dopo quel momento, l’uomo ha come fatto una ricarica di punti extra in autostima che, dal momento in poi, usufruisce per andare in pari e cancellare tutti quei piccoli atti che costituivano la dose straordinaria di attenzioni che si scopriranno essere quelle riservate al corteggiamento pre-sesso.

Non credo sia un atto compiuto con malizia, è semplicemente una realtà.

Persino l’uomo più amorevole e capace nel corteggiamento arriva al punto in cui è sicuro dell’amore della sua donna e, in qualche modo, appiana la sua corsa per la caccia, facendo riscontrare negli occhi di lei un cambiamento, seppur impercettibile.

E’ talmente raro che, nonostante il sesso, un uomo continui ad essere lo stesso di prima e, contestualmente, la donna prosegua a farsi rincorrere.

Il sesso cambia tutto, il sesso porta l’uomo a diventare più sicuro, meno attento e, parallelamente, la donna a sentirsi meno amata, quasi usata, il che pone le armi in una posizione diametralmente contraria a quella iniziale e il controllo passa dalle mani della donna a quelle dell’uomo.

Solo una bambina che ancora non conosce il concetto di amore e perde la testa per il sentirsi desiderata in somma con un uomo perdutamente invischiato nelle sue grazie riuscirebbero a mantenere un rapporto tipico da fase pre-sesso, fino a dopo aver consumato…

Forse.

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