Le due Torri – della Garisenda e degli Asinelli – sono la meta che non può mancare se si ha l’occasione di fare una visita a Bologna… o se, addirittura, ci si viene a vivere.

Avevo fotografato quasi dieci anni fa la Torre degli Asinelli quando venni a trovare Orne una delle prime volte: facemmo una passeggiata in centro insieme, fulminea, della quale ho trovato alcune testimonianze su un dimenticato album di facebook.

Tralascerei il fatto che da luglio non avessi ancora deciso di fare una passeggiata più approfondita e matura della prima ma il motivo per cui nasce EsploraBOLOGNA è proprio questo, no?

Siamo al quinto appuntamento, ma è il quarto “luogo” di cui parlo perché nell’articolo del 9 marzo – l’avete letto? no? correte subito a farlo! – ho raccontato dei mezzi pubblici e di come ci si possa facilmente destreggiare tra destinazioni e tariffe di abbonamenti per circolare nel centro (e non).

Ecco, dopo tale preambolo, vi annuncio che questo specifico giro l’ho fatto in bici 😄

Infatti, raggiunto il centro con gli autobus, il cuore pulsante della città merita di essere esplorato a piedi, lasciarsi andare all’istinto: si può accettare un consiglio, seguire un itinerario proposto, ma è tutto talmente a portata di mano che, scelto il punto di partenza, il circondario è ricco di punti strategici da esplorare e da cui farsi rapire.

Terza tappa del tour di Bologna: Due Torri, Piazza Maggiore, Portico delle Tre Frecce e dintorni…

Sono partita da via Ugo Bassi.
Mentre aspettavo l’autobus, un giorno casuale, ho realizzato di avere alla mia sinistra la Torre degli Asinelli.
Svettava come una matita appuntita alla fine del lungo viale e mi sono sorpresa di non esserne stata del tutto consapevole fino a quel momento: chissà perché credevo fosse più distante dai soliti punti che ho sempre frequentato nel quotidiano.

Alcuni giorni dopo l’avvistamento quindi, inforcata la bicicletta, ho pedalato lungo la via e… alla ricerca delle Torri, ho incontrato Piazza Maggiore, con la fontana del Nettuno e la maestosa Basilica di San Petronio.

Dopo aver cercato di catturare il bellissimo scenario – immortalando la statua, i suoi dettagli, il palazzo del Podestà e la facciata della Basilica ho slegato la bici e ripreso la corsa lungo la strada – che da via Ugo Bassi è diventata via Rizzoli – e sono arrivata sotto le Torri dove, ancora una volta, ho sentito il bisogno di avvicinarmi, scoprire, vedere meglio.

Un gran peccato immaginarle chiuse in questo momento, ma è uno dei motivi per cui credo valga la pena sacrificare uscite e balotta quando la zona si tinge di rosso: è per il futuro delle attività, per la loro esistenza e sopravvivenza che sopporto e accetto la rinuncia, la clausura forzata.

Dall’incrocio in cui si trovano le Torri, si dipanano tre diverse vie: via San Vitale, via Castiglione e strada Maggiore, che ho scelto tra tutte perché avevo intuito di incontrare poco più avanti Corte Isolani e il Portico delle Tre Frecce.

In quel punto specifico del portico si nasconde una leggenda legata alla Casa Isolani.

Si narra che una nobildonna venne accusata di adulterio dal proprio marito. Per commettere l’omicidio che avrebbe ripagato il torto, furono assoldati tre arcieri.
La donna, scaltra e molto bella, al momento opportuno fece cadere le proprie vesti rimanendo nuda e mandando in tilt gli arcieri che scagliarono le frecce sulla volta del portico, mancandola in pieno.

Le tre Frecce di Corte Isolani

Ho proseguito il giro seguendo l’istinto e arrivando vicino alla zona di via Cartoleria che, per mio piacere personale, ha grandissimo fascino solo per il riferimento toponomastico che rimanda alla tradizione della produzione della pergamena.

Questa via venne descritta già nel 1207 in un rogito di locazione enfiteutica fatta dai padri di San Giovanni in Monte come Androna di San Giovanni in Monte1.
L’androna seguiva il percorso del fossato della seconda cerchia di mura, alimentato dalle acque del canale di Savena.
Proprio la presenza dell’acqua permise lo stabilirsi qui dei produttori di pergamena, detti cartolari.

Origine Bologna

E’ stato un attimo: in quella viuzza stretta, con i portici ad un lato e l’attenzione volta a cercare qualcosa da fotografare, intravedo una vetrina sovrastata da un’insegna in cui leggo “La confraternita dell’uva – Libreria, Caffè, WineBar” nella quale sono in mostra un’infinità di libri, disposti su scaffali e mobiletti, e un arredamento slegato dalla logica delle librerie classiche.

Il locale, attualmente aperto solo lato libreria, normalmente propone un menu nel quale è possibile scegliere di bere un bicchiere di vino, un aperitivo, assaggiare crostoni, piatti caldi, stuzzichini e drink da colazione classica.

Ho provato la proposta di crostoni e uno spritz con patatine mentre scattavo foto e osservavo le edizioni dei libri esposti negli scaffali intorno a me.

Tavoli e sedie in legno e un arredamento casalingo creano un clima intimo che richiama l’atmosfera della stanza nella quale ci rintaniamo a preparare un esame o l’aula studio nella quale si passavano tantissime ore in università.

Avete letto l’articolo dedicato alla Confraternita dell’UVA che ho pubblicato il 25 marzo?

E’ certo che, variando anche una sola svolta rispetto all’itinerario che ho proposto, l’esperienza, i luoghi e lo spettacolo possono variare radicalmente, mantenendo la bellezza che caratterizza qualsiasi gita per il centro storico della città.

Ultima postilla: il prossimo appuntamento di EsploraBOLOGNA sarà lunedì 19 aprile – anziché martedì – perché il 20 ricorre un anniversario che mi è particolarmente caro e vorrò affrontarlo pubblicando un post a tema

Alla prossima!

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