Ieri, nel bel mezzo di un turno di lavoro, mi è venuta in mente una considerazione riguardante Veronica Mars, telefilm che ho adorato con tutta me stessa e che mi ha, in un certo senso, portata a cambiare vita.
E’ semplicemente successo che ho iniziato casualmente ad amare lo show, a sentirlo promotore di un messaggio “più” grande, perché finissi per appassionarmi sul serio… finendo col decidere di diventare una fan attiva, non solo una spettatrice.
Metaforicamente parlando, questo telefilm e la passione che mi è nata nel seguirlo con assiduità e estremo coinvolgimento, ha segnato il mio battesimo per la vita vera. La vita che oggi conduco.
Durante la prima conversion marsiana cui ho partecipato, ho conosciuto di persona una serie di persone con cui ancora oggi ho dei contatti e l’occasione è stata tanto ghiotta che ho deciso di partecipare a quella successiva. Ho desiderato potermi permettere una nuova esperienza simile, è nata – silenziosamente – in me, una nuova ambizione, quella di potermi auto finanziare per iniziative del genere.
Ho desiderato di trovare un impiego che mi rendesse autonoma e libera di scegliere se e quando prenotare un aereo per essere parte di un’altra occasione come quella che mi aveva visto, per la prima volta dopo tempo, partecipare appassionata e preparata in argomento.
Mi sono sentita un pesce fuor d’acqua per anni, nell’essere una telefilmofila di prima categoria, mi sono sentita una perdente, una dalle passioni sfigate, una poco popolare destinata a non trovare amici e compagni.
Veronica Mars, c’è poco da fare, mi ha portato ad osare. Il telefilm mi ha spronata nel buttarmi e, appena una settimana dopo il rientro dalla convention, ho trovato un lavoro come cameriera, durante il quale – non essendo più abituata a lavorare per e con estranei – affrontavo i momenti peggiori pensando “Grazie a questi sforzi mi pago biglietto e soggiorno a Londra per la prossima convention!!” e via di ore su ore e giornate estive dentro quel ristorante 
Dove sono nata e cresciuta. Dove ho trovato persone speciali che ho lasciato indietro, perché – troppo infantile – ho giocato con loro.
La più grande qualità di questo telefilm che, forse, sarà il mio vero e unico amore televisivo, per sempre, è che Veronica Mars racconta la vita vera.
Anzi, no. Non racconta la vita reale, le storie sono tutte inventate e scritte in modo che regalino uno spettacolo piacevole da guardare, come è ovvio che sia.
La realtà sta nel fatto che non esistono buoni o cattivi. Non esistono ruoli statici o verità assolute.
Veronica Mars è un teen drama investigativo, in cui c’è un mistero settimanale – per ogni episodio – e, di conseguenza, “un colpevole al giorno”.
Ogni classico telefilm/film investigativo racconta di un delitto, espone un mistero, e – nel suo finale – c’è quasi sempre un colpevole che è l’unico possibile responsabile del fatto.
Il tenente Colombo, La signora in Giallo… tutti telefilm in cui l’astuto detective scopre che il colpevole è lui, ha tentato di nascondere le tracce, ma è lui. Perché è maligno, perché aveva quella precisa intenzione, perché aveva deciso così.
Veronica Mars racconta, invece, l’imperfezione. Racconta dei ruoli che cambiano faccia, a seconda del punto di vista, racconta una realtà dove tutti sono fallibili, responsabili di qualcosa.
Se tra di voi ci fossero dei conoscitori del telefilm, oserei qualche piccolo esempio, qualche riferimento per lasciarvi intendere cosa sia per me la vera essenza di questo show.
Non esiste un solo episodio che sia risolvibile in modo prevedibile, non c’è una storia che sappia di già visto/sentito.
Non ci sono dialoghi noiosi e cose senza senso… quelle le lasciamo agli show mediocri.
Veronica Mars non è perfezione, Veronica Mars è un mondo come il nostro, popolato di persone e personaggi sagaci e anche ricconi presuntuosi e tanti derelitti, rifiuti della società e outsiders…
I personaggi sono caratterizzati in modo spettacolare, approfonditi con originalità e un tocco sempre ironico e interessante.
Pensavo, ieri, mentre lavavo le tazzine del bar che – come nella vita vera – ci sono due modi per vedere la realtà, quello in buona fede e quello in malafede.
Sono accettabili entrambi, sono veri entrambi.
Ogni brutto risultato, ogni mistero, ogni situazione poco chiara, un po’ torbida, non parte necessariamente da una premessa negativa… a volte basta poco per cambiare tutto, a volte bastano critiche, una diffamazione ben assestata, e tutto si incrina pericolosamente.
Tutto può cambiare in un attimo e, anche se finisce male, non è detto che sia iniziato nello stesso modo.
Non ci sono certezze. Non ci sono possibilità che esista una realtà assoluta a costo di tutto.
Neptune è un mondo costantemente in bilico e, per questo, tremendamente reale.
Reale, da dare i brividi sulla pelle.
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