Seconda tappa del tour di Bologna
Piazza Malpighi e il Torresotto di Porta Nuova

Piazza Malpighi non è una grandissima gioia per gli occhi: è trafficata e non è neanche tanto latente da poterla menzionare tra le mete da “scoprire”.
Forma e collocazione, tuttavia, suggeriscono una sua importanza dal punto di vista storico: è stretta e allungata e rappresentava il fossato che circondava le mura della città.

Ma, le mura della città non corrispondono ai viali?

È una delle prime cose che ho capito di Bologna.
In realtà, la storia delle mura di Bologna non è così semplice.

La cinta più antica è chiamata Cerchia di Selenite ed è stata costruita in seguito alle invasioni barbariche.
Costruita con blocchi di selenite, misurava 7/8 metri in altezza per 2 metri di spessore, aveva una forma quadrangolare allungata, e cingeva una ventina di ettari tra via Farini, via Manzoni, via Val d’Aposa.
Fu impossibile stabilire una datazione per la sua costruzione, tuttavia – come per la cinta più esterna – il modo per penetrare la città entro le mura era accedervi attraverso le porte.

L’espansione della città e la nascita di nuovi borghi resero necessaria la costruzione di una nuova cerchia di mura, chiamata Cerchia dei Mille: lunga circa 3,5 km e dotata di 18 porte chiamate Serragli o Torresotti – in quanto sormontate da torri – delle quali sono arrivate solo quattro ai giorni nostri: Torresotto di Porta Nuova, Torresotto di San Vitale, Torresotto di Strada Castiglione e Torresotto di Porta Govese.

Il Torresotto di Porta Nuova si incontra sulla destra, accanto a Piazza Malpighi, spostandosi di qualche passo verso viale Marconi ed è maestoso, affascinante, mantenuto magnificamente e presentato da una targa posta al lato dell’insenatura che conduce alla via Porta Nuova.

L’ultima cerchia, di forma poligonale, è detta Cresta o Circla e corrisponde agli attuali viali di circonvallazione, racchiudendo così la Cerchia dei Mille.
Costruita intorno agli inizi del XIII secolo per annettere i nuovi borghi nati attorno alle Mura dei Mille, inizialmente venne progettata come palizzata in legno, realizzata poi in pietra e terminata nel 1390 seguendo la tecnica della muratura a sacco, costituita da due file parallele di mura distanti un metro, al cui interno veniva riversato un misto di ciottoli, laterizio e sabbia.
I resti di tale struttura sono ancora visibili nei tratti di mura rimasti in piedi e nelle porte superstiti.
Questa terza cerchia si estendeva per circa 7,6 km e disponeva di dodici porte munite di ponte levatoio per scavalcare il fossato esterno.
Al loro interno, invece, vi era un terrapieno – ancora, in parte visibile – che in alcuni punti si estendeva per oltre 70 metri verso l’interno.
Delle dodici porte, oggi sono rimaste in piedi solo dieci.

Porta Maggiore, oggi chiamata anche Porta Mazzini dal nome che ivi assume la via Emilia
Porta Santo Stefano, ricostruita nella forma attuale nel 1843
Porta Castiglione, rimaneggiata nel XV secolo
Porta San Mamolo, demolita nel 1903
Porta Saragozza, ricostruita nella forma attuale tra il 1845 e il 1847
Porta Sant’Isaia, detta anche Porta Pia, costruita nel 1568 e demolita nel 1903
Porta San Felice, rimaneggiata nel 1508
Porta delle Lame, ricostruita nel 1677
Porta Galliera, ricostruita tra il 1659 e il 1661
Porta Mascarella, rimaneggiata nel XVI secolo
Porta San Donato, rimaneggiata nel XV secolo
Porta San Vitale, privata dell’avancorpo nel 1952

Fonte Wikipedia

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