Quando devo scegliere il soggetto per un binge-watching, sono ripetitiva: mi si apre il catalogo dei già visti in mente e scelgo qualcosa di adatto al momento.
O, come diceva Joey Potter, rassicurante.

E’ un metodo che impedisce di scoprire novità interessanti ma il punto è che non sempre ho voglia di affrontare l’abbuffata di qualcosa che abbia un sapore che non conosca.

Quando ho visto La verità sul caso Harry Quebert la prima volta, ho intercettato la messa in onda su Sky e ne avevo sentito parlare talmente tanto che mi incuriosii.

L’insistenza è un concetto che a volte mi premia, altre condanna.

A giudicare da quante recensioni negative abbia avuto il libro, essere approdata solo sulla trasposizione seriale credo sia stata una fortuna, anche se non riesco ad immaginare come una storia così interessante possa essere stata raccontata in modo talmente insopportabile dal suo creatore.

Le principali accuse mosse al romanzo di Joel Dicker riguardano una narrazione lenta, pesante e dei dialoghi poco credibili.

La serie tv, inizialmente trasmessa su Sky e attualmente disponibile su Infinity e NowTV, racconta la storia di un caso di scomparsa mai risolto, attraverso salti temporali, flashback e rieborazione metanarrativa.

Chi è coinvolto nel caso Harry Quebert?

Marcus Goldman è un rampante scrittore di New York, noto per aver pubblicato un romanzo di successo e in piena crisi di idee mentre prepara la seconda pubblicazione.

Harry Quebert è un ex professore di Marcus, celebre anche lui per aver pubblicato un romanzo apprezzatissimo – Le origini del male – e improvvisamente accusato dell’omicidio di una ragazza scomparsa tanti anni prima a Sommerdale, la cittadina dove l’uomo si è ritirato per elaborare il suo celebre manoscritto.

Nola Kellergan è una ragazza di 15 anni che scompare da Sommerdale nel 1975, quando Harry si era trasferito da poco nella residenza a Goose Cove, affacciata sull’oceano.

La verità sul caso Harry Quebert non è, però, una semplica e lineare storia in cui emergono torbidi dettagli man mano che le indagini vanno avanti; è, piuttosto, una commedia umana degli orrori: corale, critica, romantica e nostalgica.

Marcus, rimasto in buoni rapporti con il suo ex professore, si rivolge a lui in piena crisi dello scrittore ricevendo l’invito di passare del tempo a casa sua per recuperare l’ispirazione.

Sono una maniaca di studio delle locations e mi sono innamorata della residenza di Goose Cove, dove, inizialmente, Harry abita pagando l’affitto ad uno sconosciuto proprietario e che, dopo aver raggiunto il successo, acquista.
Una casa che si affaccia sull’oceano, sufficientemente lontana dal centro abitato, circondata dalla pace e dai garriti dei gabbiani: il sogno di ogni creativo.

Appunto perché luogo ideale per elaborare idee immersi nella bellezza della natura, Marcus coglie l’occasione di rintanarsi nella casa del suo mentore, ristabilire un rapporto con lui e scoprire qualche verità nascosta che lo riguarda.
Harry ebbe, infatti, una relazione d’amore con la giovanissima Nola, tanti anni prima, e nonostante il fatto non sia mai stato di dominio pubblico, all’epoca circolarono tantissime voci sulla loro storia, esacerbatesi dopo la scomparsa dell’adolescente, della quale non fu mai trovato il corpo senza vita.

La situazione precipita quando, pochi mesi dopo aver fatto visita ad Harry, Marcus riceve una sua richiesta d’aiuto e apprende che è stato trovato il corpo di Nola, seppellito nel giardino di Goose Cove, e tutto il mondo identifica in Harry il suo assassino.

La soluzione dell’intrigo non è il centro focale della storia

Il motivo per cui è una storia avvincente – e forse solo nella sua versione televisiva – è che il percorso per arrivare alle risposte è il vero pilastro dell’opera: è bello inserirsi nei vicoli di Sommerdale, emozionante vivere con Harry davanti all’oceano o pranzare con lui al Diner, dove l’atmosfera sa essere sofisticata e semplice allo stesso tempo.

Ho interpretato questa serie come un ode all’infanzia, al tempo perduto, alla gioia e alla spensieratezza, allo stesso tempo, è un grido di dolore per il sentirsi fuori posto e fuori tempo massimo, che è reale qualsiasi sia il momento della vita in cui ci si perde.
Infine, è uno scatto permanente e nitido del male generato dalla frenesia e dalla pressione dei ritmi della vita sociale.

La residenza di Goose Cove è l’unico paradiso, dove il tempo si ferma e l’amore può trovare modo di maturare, vivere ed esplicitarsi.

Le micro vicende intestine diventano oggetto di curiosità quasi quanto il mistero principale e diversi abitanti di Sommerdale sono coinvolti direttamente nella brutta vicenda che è sfociata nella morte della giovane Nola.

Conosceremo la sua migliore amica, le colleghe e il suo ex datore di lavoro, un secondo uomo sospettato di avere una storia con lei, il suo fido autista e i membri della polizia locale.
Tutti, similmente ad una grande famiglia con un passato burrascoso, nascondono e reprimono rancori, segreti, vendette e frustrazione rimanendo sempre gli stessi e non cambiando mai ruolo nell’architettura sociale della cittadina.

A Sommerdale, il tempo si ferma con la perdita di Nola: nonostante gli anni passino, i ragazzi sembrano non crescere mai e gli adulti rivendicano con arroganza la loro superiorità.
C’è una strana prepotente e grottesta volontà di affermazione, come se avessero tutti segretamente contestato la disciplinalla ragazza senza però desiderare per lei un epilogo tanto tragico e abbiano deciso di comune accordo di sentirsi in colpa e allo stesso tempo arrabbiati con il suo omicida, dopo aver giudicato e ostacolato per primi lo spiccante fiato di vita della vittima.

Chi ha ucciso Nola Kellergan?

Come ne I segreti di Twin Peaks, la giovane dipartita, durante la sua breve vita, ha intrecciato varie matasse.
Lolita dal viso innocente, tacciata di possessione demoniaca, colpevole di aver appiccato il fuoco che ha visto morire la madre: presumibilmente, una personalità borderline e capacissima di mascherarla.

Innamoratasi del mito Harry Quebert, dopo averlo incontrato casualmente in città, vive una relazione pura e totalizzante con l’uomo che, a sua volta si convince di aver conosciuto il vero amore solo con lei.

Harry è adulto e, anche se la relazione con Nola – vissuta quasi totalmente tra le mura ultraterrene di Goose Cove – lo catapulta in un universo in cui l’amore non si sceglie ma è solo una forza che totalizza, sovrasta tutto e cancella qualsiasi razionalità, è condizionato da conti da pagare, scadenze da rispettare e lavoro da svolgere.
Forza la sua realtà, retrocede per stare al passo con la sua amata ed è a disagio quando il teatro della sua relazione non è più solamente la riservata residenza al mare.

Quando è certo di non poter più sostenere il pagamento dell’affitto a Sommerdale, Harry pianifica il trasferimento scatenando il disappunto di Nola che, cosciente a chi appartenga la casa di Goose Cove, si impegna per garantire ad Harry la possibilità di permanenza.

Lo scambio tra Nola e Elija Stern coinvolge l’autista del ricco possidente: Luther Caleb, talentuoso pittore menomato, innamorato di Nola e ossessionato dall’idea di ritrarla.

Lo schema di questo gioco di scambi è il cardine su cui si basano tutti i misteri: c’è sempre uno strato sotto il primo segreto svelato, una terza persona coinvolta, o una quarta e anche una quinta.

Luther Caleb e il suo amore al limite dell’ossessione saranno la causa della morte della giovane: preso di mira da un agente di polizia manesco che l’aveva già minacciato perché non si facesse più vedere in città, finisce sotto le sue grinfie il giorno in cui Nola aveva programmato di scappare insieme ad Harry.

La ragazza, spettatrice dell’omicidio dell’uomo da parte di due poliziotti, viene uccisa brutalmente per conservare il terribile segreto e, per tantissimi anni, il fatto che i responsabili della sua scomparsa fossero uomini di legge, ha fatto sì che le indagini non arrivassero mai alla soluzione.

Ancora una volta, la colpevole è la stessa mano che avrebbe dovuto posarsi sulla testa della vittima per proteggerla.

E’ una tristezza estrema che si raggiunge sentendola gradualmente crescere dentro, come coronamento di quella malinconia cui ci si è abituati sin dall’inizio e che accompagna fino all’ultimo fotogramma.

“Un amore come il loro, capitava soltanto una volta nella vita, se capitava”

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