La primavera, quest’anno, ci è passata sotto il naso del tutto a pie’ pari e non riesco a stabilire se sia una cosa positiva o no.
Ci siamo dedicati a cose più importanti e credo di non essere la sola ad avere il timore reverenziale nel riniziare ad affrontare temi frivoli.
Uno dei regali del lockdown è il senso di colpa dei sopravvissuti: possiamo riniziare a parlare di sciocchezze, abbronzatura, mare, vacanze, estate?
Qualcuno lo ha già fatto, attirando ire e commenti inorriditi: sarà comunque impossibile evitarlo, solo che ognuno seguirà tempi del tutto personali.
E quindi, è arrivata l’estate
Ragionavo sul fatto che questa sarà una stagione diversa, principalmente perché – come detto – ci portiamo addosso la sensazione di aver superato un evento unico nel suo genere e non sappiamo se ci sia concesso essere sereni, in secondo luogo perché le nostre abitudini sono dovute cambiare forzatamente e moltissimi comportamenti sociali necessari per affrontare il lockdown ce li siamo portati dietro anche una volta allentato il coprifuoco.
Nel marasma di novità e abitudini da tenere a mente, viene spontaneo cercare la familiarità delle solite cose, come alla ricerca di conforto e rassicirazione.
Non so se capiti solo a me.
Ho pensato all’estate e a quello che la recente esperienza non ci ha potuto prendere perché voglio approcciarmi al futuro con lo spirito più leggero.
Adorabili leggerezze della normalità
Non vorrei sottovalutare il malessere dovuto al caldo cocente, lo strascico delle allergie e il lavoro a servizio del pubblico che diventa più faticoso quando i turisti raggiungono a frotte i luoghi di villeggiatura ma – ehi! – c’è spazio per tutti e la stagione è appena iniziata!
Basta un trolley
Forse faremo vacaze più brevi quest’anno, ma la soddisfazione di riuscire a far stare tutto il necessario in valigia perché i vestiti sono leggeri e le calzature necessarie sono – al massimo – tre, infradito comprese è insuperabile e nessuno ce la può negare!
Godiamoci e sfruttiamo al massimo i ponti, i fine settimana, i doppi giorni liberi dimenticando – almeno quest’anno – che normalmente possiamo pianificare due settimane intere e due giorni siano solo un pallido palliativo.
Capelli e vestiti si asciugano al sole
Ok, non tutte abbiamo chiome a spaghetto domabili anche senza phon e piega, tuttavia la spensieratezza estiva permette di indossare uno stile selvaggio senza necessità di troppe giustificazioni.
E che dire del fatto che vestitini, canotte, shorts e costume, sotto il sole estivo, asciugano in massimo mezzora?
Comodità e flessibilità impagabili.
Si può mangiare e bere all’aperto
Avevo implicitamente promesso di non parlare di momenti estivi influenzati dalle norme di contenimento, ma in questo caso lo faccio considerando la convenienza ricavata.
Per evitare assembramenti, è sconsigliato riunirsi in gruppo in ambienti chiusi, ma nulla vieta di ritrovarsi con le persone in luoghi aperti e ben areati.
Non so quanto fosse necessario farlo, ma in questo modo è incentivata la frequentazione di parchi, boschi, pinete, locali con un ampio dehor (e pare che, vista la situazione, ci siano concessioni più larghe in termini di spazio quest’anno).
No, la bellezza dell’aria estiva non ci è stata tolta.
L’immancabile tormentone
Questo è un anno speciale, dal punto di vista musicale.
Ho partecipato al progetto di un artista che ha realizzato un lavoro pubblicato qualche giorno fa e sono felice sia un pezzo degno di poter diventare una soundtrack estiva indimenticabile.
Lì sotto c’è la mia voce, questo è il video con cui l’artista strizza l’occhiolino al primo lancio e, ancora più giù, c’è il link per supportarlo acquistando la canzone.
Buona estate!
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