5 film anni ’80 da rivedere nel 2020

Ho recentemente fatto pace con la consapevolezza che i nati nel duemila abbiano vent’anni e la patente.
Di quel periodo ho ricordi molto chiari e vividi, come è possibile siano passati due decenni?

Comunque, in quel periodo avevo circa quindici anni e la televisione mi appassionava già da qualche anno.
L’adolescenza è combaciata con la scoperta dei telefilm mentre, negli anni precedenti, mostrai più interesse per i film.

Quando scelgo un film da guardare, amo perdermi nelle storie rassicuranti, che conosco.
Ci pensavo alcuni giorni fa: tutti i film di cui mi sono innamorata da bambina ora sono – inesorabilmente ed inevitabilmente – vintage.
Alcuni sono classiconi, altri mi piacciono – o li ricordo con affetto – per motivi del tutto personali.

Ecco i miei 5 film del cuore prodotti negli anni ottanta e diventati celebri il decennio successivo.

Poltergeist

Ho ricordi molto vaghi del mio amore per questo film dall’aura funesta.
Mia madre racconta che mi affascinava e lo guardavo a ripetizione.
Devo avere imparato molto presto a manovrare il videoregistratore!
Mi sedevo davanti allo schermo e digerivo scene di fantasmi e mostri come fossi davanti ad un cartone animato.
Affezionata a quell’idea di una me bambina coraggiosa e inconsapevole, ho deciso di vederlo da grande… e mi sono spaventata appena ho visto spuntare fuori i mostri dal ripostiglio.

Robocop

Ho conosciuto questo film da bambina e, all’epoca, mi colpì per motivi diversi da quelli per cui lo ritengo indimenticabile adesso.
Il taglio futuristico e il concetto della tecnologia utilizzata al servizio di cittadini e autorità mi affascinarono, come l’indimenticabile “vivo o morto, tu verrai con me”.
Quel che mi è piaciuto, rivedendo il film dopo diversi anni, è l’atmosfera distopica, di sconfitta, debolezza e ingiustizia.

Non è solo una storia di robot, è una vicenda in cui grandi forze economiche vogliono imporsi e, per sovrastare la concorrenza, innescano meccanismi terroristici per i quali offrono, come soluzione, le proprie creazioni robotiche.
Creare problemi e offrire il proprio progetto come miglior soluzione.
Un’idea geniale, malsana e molto attuale.

Last Action Hero

La mia iniziazione con la metanarrazione cinematografica che si burla delle prestazioni eroiche dei protagonisti maschili dei film è arrivata con questa pellicola che alterna il prendersi sul serio e in giro, in totale spensieratezza.
Sembra trash, in verità contiene una sagace critica al filone dell’intrattenimento che ha fatto diventare leggendari Van Damme e Chuck Norris.
Eroi invincibili con un passato traumatico, circondati da donne stupende e sempre vittoriosi negli scontri con i cattivi.
In questo film si fa man bassa degli stereotipi granitici sfornati dal decennio di cinema precedente per farne coriandoli.

Top Gun

La colonna sonora lo precedeva: conobbi questo film – prodotto nel mio stesso anno di nascita – perché “Take my breath away” non conobbe oblio dopo aver coronato l’amore tra Maverick e Charlie e vinto un Oscar.

Inizialmente l’idea che fosse “un film sugli aerei” fu sufficiente per tenermi lontana.
Poi: 1) scoprii che non era solo quello e, abbastanza cresciutella per apprezzare le storie d’amore struggenti e complicate, ci buttai un occhio più attento; 2) anche fosse stato solo un film sugli aerei, non c’era male: col tempo, il volo ha iniziato ad interessarmi profondamente.

A parte tutto il periodo in cui ho amato e guardato a ripetizione Top Gun perché.. perché Tom Cruise, sono l’atmosfera di ribellione, libertà, genio, sregolatezza e luoghi da sogno a rendere questo film iconico ed indimenticabile.

Ho scoperto – qualche giorno fa, perché l’ho guardato per l’ennesima volta – che le location esterne sono tutte nella zona di San Diego, e ho capito perché mi avessero colpito così tanto: conobbi San Diego guardando Veronica Mars e studiai a fondo quei luoghi, i panorami, gli scorci.
Luoghi da cartolina, dove passi le estati da ragazzino, che diventano gli unici scenari capaci di farti sognare per tutta la vita.
Ci sono cresciuta, in un posto così.

Quel misterioso amico di mia madre

Ancora un film sulla coercizione mentale.
Ho scoperto ben presto la mia passione per la manipolazione della mente, per gli effetti che può sortire, ricordando diversi dettagli delle opere che ho visto in passato che affrontavano l’argomento.

Nel caso di questo film, che in originale si chiama Perfect Little Angels, non ricordavo più il titolo e, per recuperare qualche informazione in più, sono ricorsa ad un particolare che, stranamente, mi era rimasto impresso.
Ripetevano, regolarmente, il nome della cittadina in cui la protagonista si era trasferita e aveva trovato un’atmosfera strana e sospetta.
Per me, questo film era Elysium Meadows.

Non l’ho mai riguardato ma forse lo troverei eccessivo – oggi – per colpa di quello stile narrativo che insiste nel dare ragione cieca agli adolescenti della storia.
Un tempo, amavo le storie in cui qualcuno si prendesse la briga di cercare sempre un motivo per giustificare la ribellione giovanile: non ero una che protestava, lasciavo che lo facessero gli altri, mentre io stavo seduta sulla poltrona.

Oggi avrei qualcosa da ridire su questo mio atteggiamento ma, al netto di tutto questo, mi attirano storie in cui, ambiziosi falliti sfogano la loro smania di potere con un’invenzione tanto geniale quanto folle per dominare masse di persone.

Quel che ho amato nei film, poi, l’ho trovato anche nei telefilm, forma narrativa ancor più affascinante.
A loro, dedicherò un altro post.

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